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Foto intervención de Ana María Rivera , de el Recital Poético "El Aleph" |
A propósito de nuestro Video Poema
"Inferno, I, 32" , basado en el texto homónimo de Jorge
Luis Borges; el querido poeta amigo Germano Mandrillo ,en su
laboriosa y bella página en Face Book , llamada Video Poesía, se
ha referido a nuestro proyecto en tributo al autor argentino, con
palabras encantadoras : “nell' interpretazione nitida, lineare e diretta,
sognante e molto suggestiva di Ana María Rivera”.Y sea este el
pretexto para transcribir el poema vertido al italiano, y que de manera
generosa igualmente nos ha enviado Mandrilllo.
Borges a quien le oimos decir en sus "Siete
Noches", no saber otro italiano, que el que le enseñara Dante, en su
"Comedia", cuando leía los tres volúmenes, en edición bilingüe, en
italiano e inglés,comprados en la librería Mitchell, (el del Infierno,
del Purgatorio y del Cielo), mientras transcurrian los lentos viajes en
tranvía desde su casa de entonces, poco antes de la
dictadura, ubicada en la Heras y Pueyrredón, hasta la Biblioteca
del barrio Almagro.
A. M. R.
“Dal
crepuscolo del giorno al crepuscolo della notte, un leopardo, negli ultimi anni
del secolo XII, vedeva tavole di legno, sbarre verticali di ferro, uomini e
donne mutevoli, una parete e forse una conca di pietra con foglie secche.
Non sapeva, non poteva sapere, che bramava amore e crudeltà eil caldo piacere di sbranare e il vento con odore di selvaggina, ma qualcosa in esso soffocava e si ribellava e Dio gli parlò in un sogno:
Non sapeva, non poteva sapere, che bramava amore e crudeltà eil caldo piacere di sbranare e il vento con odore di selvaggina, ma qualcosa in esso soffocava e si ribellava e Dio gli parlò in un sogno:
«Vivi
e morrai in questa prigione, perché un uomo, ch’io mi so, ti guardi un numero
determinato di volte e non ti dimentichi e ponga la tua figura e il tuo simbolo
in un poema, che ha il suo posto preciso nell’universo. Patisci prigionia, ma
avrai dato una parola al poema».
Dio, nel sogno, illuminò l’opacità dell’animale e questi comprese le ragioni e accettò quel destino, ma in esso, quando si destò, vi fu soltanto un’oscura rassegnazione, un’intrepida ignoranza, perché la macchina del mondo è troppo complessa per la semplicità di una fiera.
Dio, nel sogno, illuminò l’opacità dell’animale e questi comprese le ragioni e accettò quel destino, ma in esso, quando si destò, vi fu soltanto un’oscura rassegnazione, un’intrepida ignoranza, perché la macchina del mondo è troppo complessa per la semplicità di una fiera.
Anni
dopo, Dante moriva in Ravenna, non giustificato e solo come ogni altro uomo. In
un sogno, Dio gli rivelò il segreto proposito della sua vita e della sua
fatica, Dante, meravigliato, seppe infine chi era e che cosa era e benedisse le
sue amarezze.
La tradizione narra che, nel destarsi, sentì che aveva ricevuto e perduto una cosa infinita, qualcosa che non avrebbe più potuto riavere, e neppure intravedere, perché la macchina del mondo è troppo complessa per la semplicità degli uomin"
La tradizione narra che, nel destarsi, sentì che aveva ricevuto e perduto una cosa infinita, qualcosa che non avrebbe più potuto riavere, e neppure intravedere, perché la macchina del mondo è troppo complessa per la semplicità degli uomin"
[Traduzione di Francesco Tentori Montalto, in “Jorge Luis Borges – Tutte le
opere”, a cura di Domenico Porzio, Mondadori, Milano 1984]
https://www.facebook.com/pages/Video-poesia-etc/122971437751412
http://youtu.be/F7q5aMDP2zs
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